Program: community facilities
Client: milan municipality
Type: competition [mentioned project]
Location: milan [italy]
Year: 2014
Size: 18.000 smq
Status: idea
Più che un semplice ponte: certamente, superare la barriera ferroviaria è la ragione per cui il cavalcavia Bussa fu concepito e se, ieri, la mobilità veicolare portava ad oltrepassare frettolosamente l’ostacolo, ignorando i luoghi attraversati, quella ciclo-pedonale di domani offrirà l’occasione di farlo adagio, unendo usi, intrecciando relazioni, ricucendo paesaggi, innervando tessuti edilizi e sistemi di verde. Tuttavia, riqualificare questa infrastruttura significa anche poter intraprendere un processo più ambizioso ed articolato di quello, pur fondamentale, di suturare fisicamente brani di città: ciò in virtù del peculiare contesto urbano, oggi in piena metamorfosi, in cui il cavalcavia s’inserisce. Un contesto caratterizzato dalla presenza dissonante, ma al tempo stesso attraente ed energica, di molteplici situazioni: i tessuti edilizi tradizionali a sud, le nuove torri di Porta Nuova ad est, il quartiere Isola a nord e l’ampia area ferroviaria ad ovest, che, nelle giornate clementi, ha per fondale la quinta delle Alpi. Una complessità di luoghi a cui corrisponde una ricchezza di funzioni e di abitanti: attorno al Bussa, in un raggio di poche centinaia di metri, oggi convivono (e a volte confliggono) i residenti del quartiere Isola, storicamente uno dei più identitari ed inventivi di Milano, il modaiolo Corso Como, i city users che, continuamente, sbarcano e ripartono dalla stazione Garibaldi, gli impiegati che occupano i nuovi grattacieli: probabilmente, si tratta del brano di città dal carattere più eterogeneo e metropolitano di Milano, connesso a scala locale e territoriale da ogni forma di mobilità. Ecco, dunque, che l’occasione di riappropriarsi del viadotto dismesso richiede una riflessione profonda sui sistemi di relazioni morfologiche, funzionali ed ambientali con cui ci si rapporta. I criteri di progettazione illustrati nelle pagine a seguire muovono da questa consapevolezza di fondo e prefigurano un processo ideativo aperto, reversibile, da condividere con la cittadinanza: un percorso progettuale che può essere il manifesto di un nuovo modus operandi, incardinato su un metodo multiscalare, pluridisciplinare e partecipato, rispetto a cui il presente progetto, propone un primo scenario. Gli aspetti di carattere urbanistico, compositivo, programmatico, paesaggistico ed ambientale, di seguito esposti, condividono una serie di azioni strategiche di fondo, così riepilogabili: Attraversare e sostare: il progetto intende incrementare i flussi di attraversamento offrendo diverse opzioni di mobilità “dolce”; al tempo stesso, il movimento può, all’occorrenza, trasformarsi in sosta, facilitata dalla creazione di un circuito di ambiti in sequenza, a diversa “intensità d’uso”. Il cavalcavia si configura, in tal modo, come un ibrido fra la strada, la piazza ed il giardino. Strutturare lo spazio, riconoscendo, in funzione del contesto, vocazioni d’uso e scenari programmatici e di gestione, in relazione alle due situazioni spaziali di fondo che si riscontrano all’interno dell’area di progetto: il tratto longitudinale, corrispondente all’impalcato, e le due testate a contatto con i tessuti edilizi. Il cavalcavia può diventare, in tal senso, un contenitore di usi flessibili. Ricucire i paesaggi: la connessione, oltre che fisica, è anche percettiva. Le viste dall’interno dell’infrastruttura, al pari di quelle dall’esterno, verso di essa, suggeriscono di valorizzare l’ubicazione del cavalcavia, sospesa fra molteplici panorami, che spaziano dal contesto urbano all’arco alpino. Connettere sistemi ambientali: un altro prezioso livello di connettività, spesso sminuito, quando non completamente ignorato dal tradizionale approccio urbanistico, è quello di tipo ecologico: il cavalcavia può configurarsi come una vera e propria giuntura ambientale, uno stepping stone all’interno della rete verde che struttura l’ecosistema urbano.